Diabete

Il Diabete Mellito rappresenta un gruppo di disturbi metabolici accomunati dal fatto di presentare una persistente alterazione del livello glicemico del sangue, passando da condizioni di elevazione della concentrazione glicemica (iperglicemia), a condizioni di riduzione della concentrazione glicemica (ipoglicemia).
L'iperglicemia rappresenta l'alterazione metabolica principale, pur essendo presenti spesso anche disfunzioni del metabolismo lipidico e proteico.

Classificazione

Epidemiologia

Patogenesi

Diagnosi

Complicanze


Neuropatia Diabetica



Classificazione

I tipi di diabete mellito vengono classificati secondo quanto stabilito nel 1999 dall'OMS in tipo 1 e di tipo 2.
1. Diabete Mellito di tipo I esordisce generalmente in età giovanile, ed è nella maggior parte dei casi mediato da un meccanismo anticorpale diretto contro le cellule pancreatiche, che comporta la completa sospensione della produzione insulinica. In tale malattia è necessaria sin dall’inizio la somministrazione di Insulina per mantenere i livelli glicemici nel range di normalità.
2. Diabete Mellito di tipo II ha patogenesi non immunitaria. È correlato alla presenza di geni in prossimità del sito HLA sul cromosoma 6. Colpisce in età adulta i soggetti obesi ed ha un'eziopatogenesi ancora non conosciuta. Comprende un vasto gruppo di disordini caratterizzati da ridotta secrezione insulinica, insulino-resistenza e livelli elevati di glicemia. La terapia del DM tipo II si vale di ipoglicemizzanti orali e della dieta, solo nelle fasi avanzate della terapia insulinica associata o meno a quela ipoglicemizzante orale.
Il DM di tipo II ha basi genetiche più salde del I tipo, sebbene la modalità di tramissione non sia nota. Questo diversamente dalla specifica variante MODY, la cui trasmissione è autosomica dominante con penetranza completa. Pertanto il 50% dei figli di un genitore diabetico affetto da MODY svilupperà la malattia. Nel diabete MODY non è stata individuata alcuna associazione col sistema HLA, né ha un'eziologia autoimmunitaria.
3. Diabete Mellito secondario ad altre patologie:
- Endocrinopatie (acromegalia, sindrome di Cushing, glucagonoma, feocromocitoma, ipertiroidismo, somatostatinoma, aldosteronoma)
- Indotto da farmaci (Vacor, pentamidina, acido nicotinico, glucocorticoidi, ormoni tiroidei, diazossido, ß-agonisti, tiazidici, fenitoina, interferon a, inibitori delle proteasi, clozapina, ß-bloccanti)
- Infezioni (rosolia congenita, citomegalovirus, coxackievirus)
- Sindrome dell'uomo rigido
- Patologie genetiche (sindrome di Down, sindrome di Turner, corea di Huntington, sindrome di Laurence-Moon-Biedl, porfiria)
- Diabete Mellito Gestazionale (DMG): nel 2-5% delle gravidanze la madre può sviluppare una condizione di DM, tale evento risulta essere del tutto transitorio e facilmente trattabile tuttavia può causare dei problemi per il neonato e rappresentare un importante fattore di rischio (dal 20 al 50%) di sviluppare DM.

Epidemiologia
Il DM costituisce una delle più frequenti cause di morte nel mondo occidentale, secondo l'OMS almeno 171 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di DM. La prevalenza di DM a livello globale è aumentata in maniera preoccupante negli ultimi vent'anni e si stima che questo trend non subirà modificazioni nel prossimo futuro. La percentuale di popolazione mondiale affetta viene stimata intorno al 5% (con una lieve maggiore prevalenza nel sesso femminile - m:f = 1:1,25).In Italia la percentuale di individui affetti da tale patologia è mediamente del 3% (nelle fasce di età inferiori ai 35 anni è dello 0,5%, al di sopra dei 65 supera il 10%). Circa il 90% della popolazione diabetica è affetta da DM di tipo 2.

Patogenesi
Il glucosio rappresenta la più importante fonte di energia per le cellule del nostro organismo. L'insulina è il principale ormone che regola l'ingresso del glucosio dal sangue nelle cellule (ad esclusione delle cellule del Sistema Nervoso), il deficit di secrezione insulinica o l'insensibilità alla sua azione sono i due meccanismi principali attraverso cui si espleta il DM.
L'insulina è prodotta dalle cellule ß del pancreas come esatta risposta all'innalzamento dei livelli di glucosio nel sangue. Se la disponibilità di insulina è insufficiente o se le cellule rispondono inadeguatamente ad essa, il glucosio non può essere efficacemente utilizzato dal nostro organismo e si va ad accumulare nel sangue, innalzando i valori di glicemia.

Diagnosi
Per confermare un sospetto clinico di DM, è necessario che sia soddisfatto uno dei seguenti criteri varati dall'OMS:
1. glicemia a digiuno superiore a 126 mg/dl (o 7 mmol/l);
2. glicemia superiore a 200 mg/dl (o 11,1 mmol/l) 2 ore dopo aver assunto per os 75 g di glucosio (test di tolleranza al glucosio);
3. glicemia random maggiore di 200 mg/dl (o 11,1 mmol/l).
La positività a uno dei suddetti test va confermata con l'esecuzione di almeno un altro dei due rimanenti, questo per porre con certezza pressoché assoluta diagnosi di DM.

Complicanze
Le complicanze del diabete possono distinguersi in acute e croniche,
Complicanze acute metaboliche:
- Chetoacidosi diabetica. Si tratta di una concentrazione eccessiva di corpi chetonici nel sangue dovuta alla carenza di insulina e al conseguente eccesso di glucagone tipica del DM di tipo 1 e scatenata da forti stress (infezioni, traumi, interventi chirurgici).
- Coma iperosmolare non chetosico. Caratteristico del DM di tipo 2, si osserva per lo più in pazienti anziani nei quali la condizione diabetica è aggravata da eventi ricorrenti (per es. infezioni o ictus cerebrale) e la capacità di bere è menomata così da rendere impossibile il compenso della diuresi osmotica.
Complicanze croniche
1. Macroangiopatia diabetica: tendenza a sviluppare precocemente ed intensamente fenomeni di aterosclerosi, legato all’effetto dell’iperglicemia che favorisce la glicazione delle lipoproteine a bassa densità (LDL), meccanismo questo alla base dell'aterosclerosi: nel cuore (cardiopatia ischemica), nell’encefalo (vasculopatia cerebrale), agli arti inferiori (vasculopatia periferica)
2. Microangiopatia diabetica: nel rene (glomerulopatia diabetica), nella retina (retinopatia diabetica) e nel sistema nervoso periferico (neuropatia diabetica);
3. Ipertensione arteriosa
3. Ulcera diabetica: frequente lo sviluppo di piaghe in prossimità degli arti inferiori legato a problematiche di ipovascolarizzazione dei territori più periferici, associati a traumatismi ed infezioni cutanee batteriche o micotiche.

Neuropatia Diabetica
La neuropatia diabetica riveste un particolare interesse dal punto di vista neurologico e neurofisiologico.
La frequenza di neuropatia è valutabile intorno al 50% di tutti i diabetici
L'unico fattore di rischio conosciuto ed accertato per la neuropatia diabetica, accanto all'iperglicemia mal controllata, è la durata della malattia, fattore che ben correla con l’incidenza e la gravità della malattia
Sulla base della distribuzione del deficit neurologico nell'ambito della neuropatia diabetica si distinguono:

1. forme simmetriche, a patogenesi metabolica:
a. polineuropatia distale simmetrica sensitivo o sensitivo-motoria
b. neuropatia autonomica,
c. neuropatia motoria simmetrica prossimale degli arti inferiori

2. neuropatie focali o multifocali,sostenute presumibilmelte da una
patogenesi ischemica:
a. mononeuropatie craniali (Oculomotore III n.c., Trocleare IV n.c., Abducente VI n.c. e Faciale VII n.c.)
b. mononeuropatie del tronco e degli arti
c. neuropatia motoria asimmetrica degli arti inferiori(amiotrofia diabetica)
d. mononeuropatie da intrappolamento (S. Tunnel Carpale; S. intrappol.ulnare al gomito o al polso; neuropatia peroneale al capitello fibulare)

La polineuropatia simmetrica distale è la forma più comune di neuropatia diabetica. Si manifesta con perdita della sensibilità distale, disestesie, parestesie percepite comunemente come sensazione di formicolio, ipersestesiee o bruciore che dai piedi diffonde prossimalmente e dolore alle estremità inferiori.
La mononeuropatia è meno comune della polineuropatia nel DM e si presenta con dolore e debolezza motoria nel territorio di distribuzione di un singolo nervo.
La neuropatia autonomica correlata al DM può coinvolgere diversi apparati, tra cui i sistemi cardiovascolare, gastrointestinale, genitourinario, sudoriparo e metabolico.