I parametri neurofisiologici comunemente registrati dall’elettromiografo sono rappresentati dalla Velocità di Conduzione nervosa (VdC), dalle Latenze Distali (LD) e Prossimali (LP), dall’Ampiezza (AMP) del potenziale elettrico e dalle risposte tardive F ed H.
Attraverso la stimolazione transcutanea del nervo in due punti diversi lungo il suo decorso, si può studiare la VdC, espressa come distanza che un impulso elettrico percorre lungo il nervo per unità di tempo. E’ la velocità con cui viene trasmesso lo stimolo elettrico attraverso le fibre più veloci del nervo in esame.
Le VdC espresse in m/s, nei soggetti adulti normali, variano da un minimo di 40 ad un massimo di 75 m/s, a seconda del nervo indagato. Questi valori subiscono modificazioni in relazione a diversi parametri. La velocità aumenta spostandosi dalla periferia al centro midollare, è maggiore agli arti superiori rispetto a quelli inferiori, ed aumenta con l'età del paziente: essendo relativamente basse durante l’infanzia, a causa della incompleta mielinizzazione del nervo, per raggiungere i valori dell'adulto a 2-4 anni di età, e poi decrescere soprattutto durante la vecchiaia. La VdC subisce modificazioni anche sulla base dei parametri fisici e metabolici del paziente, riducendosi con il decremento della temperatura corporea e con la scarsa vascolarizzazione del segmento esaminato.
Le LD e LP sono parametri che indicano rispettivamente la latenza distale, cioè il tempo che intercorre tra l’inizio dello stimolo elettrico, somministrato distalmente, e l’inizio del potenziale evocato del muscolo effettore, mentre la latenza prossimale LP è il tempo che intercorre quando lo stimolo è applicato prossimalmente.
"Prossimale" e "distale" sono concetti relativi che si riferiscono alla distanza dalla sede midollare dei neuroni di origine. La VdC è data dalla formula Spazio/Tempo cioè: (Distanza tra i due punti di applicazione dello stimolo)/(LP-LD) Le velocità e le latenze forniscono indirettamente un indice dello stato di mielinizzazione del nervo e delle eventuali patologie della guaina.
Alcuni problemi metabolici possono danneggiare la guaina mielinica e ridurre così la VdC (allungando le latenze distali), come la neuropatia diabetica, la neuropatia alcolica, quella tossicocarenziale, carcinomatosa, l'insufficienza renale, le malattie autoimmuni, le forme iatrogeniche da farmaci o metalli pesanti, o ancora da pesticidi o solventi chimici. Attraverso lo studio delle latenze prossimali e distali, si possono evidenziare blocchi di conduzione ai vari livelli, legati a patologie intrinseche alla fibra nervosa (processi demielinizzanti, Guillain Barrè, ecc.) o a patologie compressive estrinseche (sindrome del Tunnel Carpale, da intrappolamento dell'ulnare al gomito, o del nervo radiale nella doccia spirale, ecc).
Patologie compressive o intrappolamenti nervosi, possono causare l'interruzione più o meno completa del nervo, determinando latenze allungate se registrate a valle della compressione. Nella S. del Tunnel Carpale si osserva un ritardo della latenza distale al polso, con integrità dei valori di velocità misurata a monte della compressione.
Accanto alle latenze distali e alla velocità di conduzione, ulteriori informazioni sulla funzionalità delle fibre nervose, ci vengono dalle ampiezze dei potenziali d'azione sia sensitivi che motori.L’ampiezza può essere calcolata Isoelettrica-Picco o Picco-Picco.
L’ampiezza del potenziale motorio è rappresentato dall’altezza massima (espressa in millivolt) della deflessione negativa rispetto all’isoelettrica.
L’ampiezza del potenziale sensitivo viene generalmente rappresentata dalla ddp in microvolt tra il picco negativo e quello positivo.I valori di ampiezza ci danno informazioni sul livello funzionale degli assoni e sul numero di fibre attivate.
I valori di ampiezza (AMP) consentono di diagnosticare disturbi che provocano la perdita di fibre assonali, come ad esempio nel caso di processi degenerativi, o di eventi compressivi o traumatici che alterino la continuità del nervo (processi erniari radicolopatici, blocchi di conduzione, intrappolamenti, ecc.). Ma anche processi miopatici come la Distrofia Muscolare, le Amiotrofie, la Polimiosite, possono dare una riduzione dei valori di AMP, essendo direttamente proporzionale al numero di fibre attivate sul muscolo effettore.
I valori di ampiezza del potenziale motorio possono integrare l'esame EMG nel grading di alterazione funzionale del nervo nel caso di una lesione traumatica: dal più benigno di neuroaprassia (paralisi da stampelle, o compressione del n. radiale durante il sonno), a quello di assonotmesi, con interruzione dell'assone, ma integrità delle guaine (come nel caso di sindrome dell'egresso toracico, radicolopatie disco-artrosiche, paresi dell'ulnare da danno compressivo cronico nella doccia olecranica, sindrome del Tunnel Carpale, ecc.), fino alle forme più gravi di neurotmesi, in cui vi è la sezione completa del nervo con allontanamento dei due capi.
I valori di AMP del potenziale sensitivo possono essere utili a localizzare il danno, sono ridotti o aboliti quando viene alterata l’integrità della fibra sensitiva nel tratto che va dalle terminazioni sensitive al corpo cellulare, nei gangli spinali.
La riduzione d’AMP del potenziale sensitivo, in assenza di una neuropatia sensitiva, permette di individuare la sede della lesione in quel tratto che va dalle terminazioni ai gangli, differenziando un problema del plesso da quello della radice.
In caso di lesione del plesso, venendo interrotta la continuità del nervo sensitivo dal corpo cellulare alla terminazione, si ha una ipoestesia con riduzione/abolizione del potenziale sensitivo. Se invece, all’origine dell’ipoestesia vi è una radicolopatia, se non viene interrotta la continuità tra pirenoforo e terminazione periferica l’AMP del potenziale sarà conservata, l’ipoestesia in tal caso è dovuta all’interruzione della via sensitiva a monte del neurone gangliare.
Le risposte F rappresentano potenziali d’azione motori evocati stimolando in maniera antidromica un nervo motore con stimolo massimale.
Ortodromico, quando l’impulso elettrico percorre il nervo nella stessa direzione in cui fisiologicamente viaggia l’impulso nervoso (direzione centrifuga per le fibre motorie, centripeta per quelle sensitive)
Antidromico quando l’impulso elettrico percorre il nervo nella direzione opposta a quella in cui viaggia fisiologicamente l’impulso nervoso (centripeta per le fibre motorie, centrifuga per quelle sensitive)
Le risposte F rappresentano una misura del tempo impiegato dallo stimolo applicato perifericamente (in prossimità del muscolo effettore) per raggiungere antidromicamente il pool motoneuronale midollare e ritornare ortodromicamente al muscolo lungo una piccola percentuale di fibre motorie.
Attraverso lo studio delle risposte tardive F si possono ottenere indirettamente altre informazioni riguardanti tutta l’Unità Motoria: dal livello midollare ove risiede il corpo dell'alfa motoneurone, ai livelli radicolare, plessuale e neuroperiferico.
Il riflesso H è un potenziale d’azione motorio ottenuto dalla stimolazione ortodromica di fibre sensitive, che contraggono sinapsi a livello midollare, attivano il pool motoneuronale e ritornano ortodromicamente attraverso fibre motorie. La risposta viene ottenuta da un riflesso monosinaptico midollare (riflesso di Hoffman) che si riscontra nell’adulto sano nei muscoli Gastrocnemio e Flessore Radiale del Carpo.
La tecnica della stimolazione ripetitiva consente di studiare i disturbi della trasmissione neuromuscolare come la Miastenia Gravis, il Botulismo, le S. miasteniformi di Eaton-Lambert, ecc. Si applicano brevi impulsi elettrici ripetuti a breve distanza di tempo, sulla cute soprastante il nervo motore e si registra dal muscolo un particolare potenziale d'azione composto evocato, tipico per ciascuna affezione neuromuscolare.