EMG/ENG
L'elettromiografia è un esame strumentale in grado di dare informazioni sulla funzionalità dei nervi periferici e dei muscoli scheletrici.
Un defict a carico del Sistema Nervoso Periferico (SNP) (1) evidenziato
dalla visita neurologica, dovrebbe essere approfondito con l’esame
elettromiografico, soprattutto quando non sono chiare: la sede di
lesione, l’entità ed il tipo di lesione.
L’EMG viene generalmente eseguita da un neurologo od un neurofisiologo e da un tecnico neurofisiopatologo.
Lo studio elettromiografico non è rappresentato da una sequenza fissa o
prestabilita di misurazioni, ma queste vanno di volta in volta
stabilite sulla base dei problemi presentati dal paziente.
Sulla base del deficit neurologico, l’elettromiografista progetta i
dettagli dell’esame, valutando quali nervi e muscoli esaminare, e quali
prove neurofisiologiche eseguire.
I nervi e le modalità di analisi elettromiografica possono modificarsi,
rispetto al programma iniziale, sulla base dei risultati ottenuti dalle
precedenti misurazioni.
La scoperta di una Sindrome del Tunnel Carpale nel corso di un esame
volto a studiare una sospetta radicolopatia cervicale, può modificare
il programma sequenziale dell’esame.
L’abilità dell’elettromiografista sta nel progettare una strategia
d’azione che punti ad una diagnosi corretta con il minor numero di
nervi e muscoli esaminati, per ridurre al minimo le sofferenze del
paziente.
Per tale ragione è difficile stabilire a priori quanto tempo occorrerà
per eseguire l’esame, generalmente la durata può variare dai 10 ai 40
minuti.
L’esame incomincia con l’inquadramento anamnestico e clinico del
paziente, integrato dalle informazioni fornite dal medico che ha
prescritto l’esame, insieme agli accertamenti di laboratorio e
strumentali fino ad allora eseguiti.
E’ di fondamentale importanza che il paziente ricordi di portare in
visione le precedenti cartelle cliniche, nel caso sia stato
precedentemente ricoverato, e tutti gli accertamenti fino ad allora
eseguiti, comprese in modo particolare la TAC e o la Risonanza
Magnetica.
Tali accertamenti possono aiutare l’operatore a inquadrare con maggior
precisione il problema e a limitare le stimolazioni elettriche e il
numero di muscoli indagati con l’ago.
Possiamo dividere l’esame in due parti:
1. Lo studio della Conduzione Nervosa, chiamato più propriamente
Elettroneurografia (ENG) si occupa della valutazione funzionale dei
tronchi nervosi attraverso la stimolazione elettrica e la registrazione
di superficie e misura la capacità dei nervi di trasmettere comandi
motori ai vari muscoli, oppure di trasmettere informazioni di senso dai
recettori periferici ai centri midollari.
2. L'elettromiografia
vera e propria (EMG) si occupa dello studio dell’attività muscolare e
dei Potenziali di Unità Motoria (PUM) registrate con un elettrodo ad
ago infisso nel muscolo.
L'ENG utilizza elettrodi di superficie per il sistema di registrazione
e per quello di stimolazione e la terra. Si applicano sul nervo degli
stimoli elettrici noti, che attivano le fibre sensitive o quelle
muscolari evocando potenziali d’azione che viaggiano lungo il nervo e
che saranno registrati da elettrodi posti ad una certa distanza.
Tramite l’elettromiografo verranno calcolati i parametri
neurofisiologici di questi potenziali, rappresentati dall'Ampiezza, la
Velocità di Conduzione e le Latenze Distali e Prossimali. I valori
registrati saranno poi confrontati con valori di riferimento,
normalizzati per età, altezza, e temperatura cutanea.
L’ENG di superficie, si avvale inoltre di alcune tecniche di
stimolazione, come la Valutazione delle Risposte riflesse H o delle
latenze dell’onda F, e la Stimolazione Ripetitiva, che possono fornire
ulteriori elementi diagnostici in particolari condizioni cliniche.
L’EMG non utilizza stimoli elettrici, ma si avvale di agoelettrodo
monouso, che registrano l’attività delle fibre muscolari indagate in
diverse condizioni: a riposo, durante una contrazione volontaria e
progressiva fino al massimo sforzo, e durante una contrazione media
sostenuta. In tal modo si studierà il tipo di reclutamento muscolare,
la morfologia dei Potenziali di Unità Motoria (PUM) e la presenza o
meno di attività elettrica spontanea in condizioni di riposo.
A completamento della EMG ad ago, lo studio EMGrafico della Singola
Fibra, si rivela molto utile nella diagnosi differenziale con i
disturbi della trasmissione neuromuscolare, come nella Miastenia e
nelle S. Miasteniformi.
(1) Deficit di Forza Periferico: riduzione della forza secondaria ad
una lesione del Sistema Nervoso Periferico SNP (dal secondo
motoneurone, radice, plesso, nervo, placca neuromuscolare fino alle
terminazioni nervose).
Tale paresi/paralisi periferica è caratterizzata da debolezza
muscolare, riduzione del tono muscolare (ipotonia/flaccidità),
riduzione dei riflessi osteotendinei (ipo/areflessia), ipo/atrofia
muscolare, talora associata a disturbi del Sistema Nervoso Vegetativo
(perdita dei peli, alterazioni della idratazione della cute, del
trofismo e della sua translucenza).
(2) Deficit di Forza Centrale: riduzione della forza secondario
all’interessamento del sistema piramidale (dal primo motoneurone,
nuclei della base, decussatio piramidis, fasci midollari, fino alle
terminazioni sulle corna anteriori).
La paresi/paralisi centrale è raramente completa, tale cioè da
configurare una plegia, si associa raramente a ipotrofia, si accompagna
ad un aumento del tono muscolare (ipertonia piramidale), ad aumento dei
riflessi osteotendinei.